
Menù di Pasqua
Girello di vitello al punto rosa in salsa tonnata
Flan di carciofi con velluta al parmigiano
Vialone nano sfumato all’Alta Langa
con asparagi verdi mantecato al mascarpone
Petto di Faraona pancettato in bassa temperatura
con ristretto al Moscato della nostra tenuta
Semifreddo di Amaretti
con salsa al cioccolato fondente
Euro 45,00 a persona (bevande escluse)
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Lo staff de “I Tre Poggi”.

La Mostarda d’Uva o Cognà è prodotta nel Monferrato alessandrino e casalese (Mostarda d’Uva), nell’astigiano e nel cuneese (Cognà).
Ha una consistenza piuttosto densa, simile a quella di una confettura, una colorazione scura ed un sapore dolce.
Generalmente, è costituita da mosto d’uva cotto, cui è aggiunta frutta di stagione quale mele cotogne, zucca, pere, fichi, prugne, noci, nocciole tostate, scorza d’arancia e di limone.
Le uve più comunemente utilizzate per il mosto sono barbera, dolcetto, nebbiolo e moscato.
La cougnà è una salsa che appartiene alla tradizione piemontese, la ricetta risale al Medio Evo, il cui fine era di utilizzare i piccoli grappoli lasciati sulle viti a fine vendemmia, troppo acerbi e non idonei alla vinificazione, aggiungendo gli ingredienti che la terra offriva in tale stagione:al mosto d’uva Barbera, in cottura, si unisconole pere , gherigli di noci, nocciole tonde gentili, mele renette e mele cotogne.
Si continua la cottura per molte ore ed ancora bollente si mette sotto vetro.
Apprezzata per accompagnare un piatto di formaggi fresche e stagionati, per dare un tocco fantasioso ad un piatto di polenta o tradizionalmente per essere servita con il sontuoso bollito misto piemontese.
È una salsa ottima non solo per accompagnare i bolliti, ma anche i grandi formaggi piemontesi come il Castelmagno.

La salsiccia di Bra è un prodotto tipico della cucina piemontese.
Il Piemonte è la regione in cui si allevano più suini in Italia. Di conseguenza la salsiccia ha un posto rilevante nella produzione agroalimentare Piemontese.
La salsiccia di Bra è una pregiata specialità alimentare del Piemonte e viene preparata con le carni magre sia di bovino che di suino.
In passato a Cherasco, comune limitrofo, c’era una comunità ebraica di importanti dimensioni che esigeva insaccati senza carne suina. Sembra che ai tempi dello Statuto Albertino (metà ‘800) lo Stato avesse autorizzato l’uso di carne bovina per la salsiccia fresca solo ai macellai di Bra.
La salsiccia di Bra viene consumata fresca e spesso cruda. Questo insaccato piemontese è stato inoltre inserito nell’elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali piemontesi riconosciuti dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.

Nelle provincie di Cuneo, Asti e Alessandria dove si incontrano i territori di Langhe, Roero e Monferrato, viene coltivata la Nocciola Piemonte della varietà Tonda Gentile.
La Nocciola Gentile Del Piemonte ha la denominazione I.G.P. che ne garantisce l’autenticità della provenienza. Le nocciole piemontesi sono particolarmente apprezzate per il loro gusto, ottimo dopo la tostatura, per l’ottima facilità di pelatura e la buona conservabilità.
La nocciola del Piemonte viene utilizzata in diverse preparazioni della cucina piemontese come la torta di nocciole, ma trova la sua massima esaltazione attraverso l’abbinamento con il cioccolato.
Dal matrimonio di questi due nobili ingredienti nascono i gianduiotti e la torta gianduia.

Già nel Settecento il tartufo piemontese era stimato e consumato nelle cucine dei nobili europei.
Tra i suoi grandi estimatori il compositore Rossini che lo definiva il “Mozart dei funghi“. Il più pregiato è sicuramente quello che si raccoglie fra le colline di Alba e Asti.
Solo nel ‘900 questo tartufo bianco ha acquistato fama mondiale.
Sembra che anche il Re di Francia acquistasse il tartufo bianco d’Alba per sostituire l’aglio nei banchetti di corte.
Il tartufo bianco di Alba è uno dei protagonisti della cucina piemontese e conferisce un profumo e un sapore inconfondibili anche ai piatti più semplici come ad esempio l’uovo al paletto o i Tajarin in bianco.

La bagna caoda o bagna calda è forse la ricetta più famosa della cucina piemontese.
Generalmente viene servita come accompagnamento a tipici piatti Piemontesi o come pasto unico degustata con cruditè di verdure.
Ingredienti per 6 persone
- 400 gr di olio EVO
- 150 gr di acciughe sotto sale
- 6 spicchi aglio
- latte q.b.
- panna q.b.
Procedimento
Pulire le acciuge dal sale e deliscarle.
Pulire l’aglio e metterlo a bollire in un pentolino con il latte.
Quando l’aglio sarà cotto buttare il latte, questa operazione consente di alleggerire il sapore della bagna caoda, aggiungere le acciughe e cuocere ancora leggermente il tutto.
Dopo pochi minuti frullare e aggiungere, con il fornello al minimo, l’olio e la panna quanto basta a far diventare cremosa la salsa.
La Bagna Cauda deve essere servita calda in tavola possibilmente con gli appositi fornelletti per bagna caoda, insieme alle verdure precedentemente nettate e cotte.
Esempi di verdure che possono essere servite con questa salsa sono:
- il tradizionale cardo
- le patate lesse
- le cipolle cotte
- i toupinambour
- il sedano
- il peperone di Carmagnola
- il Porro di Cervere
La ricetta presentata è una variante leggermente più leggera, l’originale bagna caoda prevede di tritare l’aglio a crudo e poi cuocerlo insieme alle acciughe, condendoli poi con l’olio, senza l’aggiunta della panna e del latte.
La bagna caoda era un piatto povero che veniva consumato nelle cascine piemontesi con le verdure di casa.
Il giorno dopo per utilizzare la salsa avanzata si usava amalgamarla con l’uovo e fare una specie di frittata.

Nasce neanche a dirlo tra le colline delle Langhe, dove cresce la nocciola tonda Piemonte IGP.
La torta di nocciole senza farina incontra poi semplici ingredienti uova e zucchero che esaltano il profumo della nocciola e la fragranza di questa torta.
Grazie all’assenza della farina poi la torta di nocciole senza farina è indicata anche per i celiaci.
Ingredienti per 6 persone
- 200 gr di nocciole tostate e tritate
- 200 gr di zucchero
- 4 uova
- un pizzico di sale
Procedimento
Dividere le uova in due contenitori capienti.
Montare i tuorli d’uovo con lo zucchero e un pizzico di sale, quindi aggiungervi le nocciole tritate.
A parte montare gli albumi a neve ben ferma, quindi incorporare delicatamente gli albumi al composto con le nocciole avendo cura di non farlo smontare.
Versare in una teglia precedentemente imburrata e infornare a 180°C per 35\40 minuti.
L’abbinamento ideale per questa torta è ovviamente con un’altra ricetta tipica della cucina piemontese, lo zabaione anche se può essere gustata anche con del miele magari di rododendro, tipico delle Alpi piemontesi.

Il bonet è un dolce al cucchiaio tipico del Piemonte a base di cioccolato e amaretti.
In piemontese bonet significa cappello. In alcune interpretazioni il nome farebbe riferimento alla forma dello stampo in cui viene cotto il bonet.
In altre la parola cappello farebbe riferimento al fatto che il bonet viene servito alla fine del pasto, quindi fa da “cappello” al resto.
In alcuni documenti storici del Piemonte nel XIII viene menzionato il bonet anche se in una versione diversa da quella che conosciamo oggi visto che il cacao arriverà dall’America molto più avanti.
Ingredienti “ricetta dei giorni nostri” per 8 persone
- Latte parzialmente scremato 700 gr
- Uova di gallina 180 gr
- Biscotti amaretti secchi 100 gr
- Zucchero 140 gr
- Cacao amaro in polvere 20 gr
Procedimento
Sbattere le uova con lo zucchero il cacao e gli amaretti.
Aggiungere il latte precedentemente portato ad ebollizione.
Versare il preparato negli appositi stampini.
Sistemare gli stampi in una teglia a bagnomaria con un fogli di cartone sul fondo per limitarne il bollore.
Cuocere in forno a 160°C per 60 minuti circa.
Servire con granella di amaretti ed una spolverata di zucchero a velo.

La ricetta dell’Arrosto di vitello alle nocciole delle Langhe è un piatto tipico dei dintorni di Alba ma in tutto il Piemonte viene preparato.
L’abbinamento del gusto delle nocciole si sposa perfettamente con il sapore della carne.
Ingredienti
- 800 gr di noce di vitello
- 100 gr di nocciole Gentile delle Langhe IGP (link nocciola tonda gentile)
- 50 gr di burro
- mezzo litro di latte
- mezza cipolla
- 2 o 3 cucchiai di Marsala
- sale
- 80 gr Farina
- acqua
Procedimento
Pulire e tagliare la cipolla a cubettini.
In una pentola capiente rosolare la cipolla con il burro, quindi mettere la noce di vitello e lasciare rosolare bene la carne.
Bagnare con il vino Marsala finchè non sarà completamente evaporato. Salare, aggiungere il latte e le nocciole Piemonte IGP precedentemente tritate.
Cuocere per almento 120 minuti.
Togliere la noce di vitello e metterla da parte.
Portare ad ebollizione la salsa, a parte preparare un roux con acqua e farina, mescolare bene aggiungendo acqua fino ad ottenere una pastella omogenea, quindi versare nella salsa in ebollizione e lasciare cuocere per qualche minuto.
Tagliare la carne a fette e servire l’arrosto con le nocciole delle langhe ricoperto con la salsa di cottura e guarnito con alcune nocciole intere.